Ecco ridesti il mio pensiero più doloroso
il ricordo che si rinnova di lamento
tutto il destino nostro, che pesa su noi
sulla nobile stirpe di Labdaco. Orrendo quel materno talamo.
Oh amplessi di una madre sventurata con mio padre, nato da lei.
Da quale colpa fui partorita, miserabile.
Ed essi vado a raggiungere, io maledetta
io senza nozze, ad abitare con loro
.
E le tue nozze, fratello, anche a te furono infauste.
Morendo hai ucciso pure me, a te sopravvissuta
.
O Tebe, terra dei miei padri. O celesti progenitori
.
Mi trascinano senza indugiare. Guardatemi.
Guardate la figlia dei vostri re
ultima che vi restava, che cosa deve patire, e da quali uomini
per avere, pietosa, onorato la pietà
Sofocle, Antigone